Il settore della nautica italiana ha recentemente accolto con entusiasmo la firma del decreto atteso da anni, che introduce importanti novità per diportisti e imprese. Questo articolo esplorerà i dettagli del decreto, le sue implicazioni e le preoccupazioni sollevate da leader del settore riguardo alla sostenibilità e alla competitività.
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Il decreto sulla nautica: un passo atteso
Il decreto sulla nautica, firmato dal ministro Matteo Salvini, è stato annunciato durante l’inaugurazione della 64esima edizione del Salone Nautico Internazionale di Genova. Il presidente di Confindustria Nautica, Saverio Cecchi, ha sottolineato l’importanza di questo traguardo, che mira a semplificare le procedure per i diportisti e le imprese, rendendo il mercato nautico italiano più competitivo a livello internazionale.
Edoardo Rixi, viceministro al MIT, ha evidenziato come il nuovo regolamento non comprometta la sicurezza, ma favorisca una maggiore efficienza e rapidità nelle operazioni di diporto. Questo cambiamento è cruciale in un mercato caratterizzato da regole che evolvono rapidamente, e i rappresentanti del settore hanno espresso soddisfazione per il risultato ottenuto.
Le preoccupazioni per le barche green
Nonostante i progressi, il settore della nautica deve affrontare sfide significative. Massimo Perotti, presidente e AD di Sanlorenzo Yacht, ha lanciato un allerta riguardo alla mancanza di normative di riferimento per le barche green, un tema cruciale in un’epoca in cui la sostenibilità è al centro dell’attenzione.
Perotti ha condiviso la sua esperienza con il primo yacht da 50 metri alimentato a metanolo, il quale ha incontrato difficoltà nel rifornimento. La mancanza di regolamenti per la sicurezza dei rifornimenti ha reso impossibile fare rifornimento in diversi paesi europei. “Senza norme chiare, le barche a doppia alimentazione non saranno mai acquistate”, ha affermato Perotti, richiedendo una maggiore attenzione da parte del governo italiano e dell’Unione Europea.
La richiesta di un codice per lo yachting
In un contesto normativo attuale, Perotti ha richiesto l’istituzione di un codice specifico per lo yachting presso l’IMO (Organizzazione Marittima Internazionale). Attualmente, le normative vigenti per la nautica da diporto fanno riferimento al codice navale dello shipping, il quale non è adeguato alle esigenze specifiche delle imbarcazioni da diporto. Perotti ha esortato l’Italia a farsi capofila in sede internazionale per modificare questa situazione.
L’appello per una sostenibilità equilibrata
Un’altra voce significativa nel dibattito è quella di Alberto Galassi, AD del Gruppo Ferretti. Galassi ha sottolineato l’importanza di una sostenibilità che non comprometta l’industria nazionale. “La sostenibilità deve essere sociale, economica e ambientale”, ha affermato, avvertendo contro le politiche che potrebbero danneggiare il settore.
Galassi ha descritto alcune decisioni prese a Bruxelles come “scellerate”, avvertendo che la demagogia e la mancanza di una visione equilibrata potrebbero danneggiare gravemente l’industria nautica italiana.
L’industria nautica italiana: un record di fatturato
Nonostante le sfide, i dati presentati all’inaugurazione del Salone Nautico mostrano che l’industria nautica italiana ha raggiunto un fatturato storico di 8,3 miliardi di euro, segnando un incremento rispetto all’anno precedente. L’export di imbarcazioni e yacht è cresciuto del 16%, dimostrando la vitalità del settore.
Mario Zanetti, delegato del presidente di Confindustria per l’Economia del Mare, ha annunciato l’insediamento di un gruppo di lavoro dedicato all’economia del mare, composto da rappresentanti di diverse associazioni di categoria e dalla Marina Militare. Questo gruppo avrà il compito di fornire un supporto significativo al settore, evidenziando l’importanza strategica della nautica per l’economia italiana.
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